mercoledì 22 agosto 2012

Finchè apparve un cane fantasma che distrusse l'epica

Sento la tua silenziosa presenza accanto a me, come un'ombra a tre dimensioni momentaneamente indipendente dalla luce e dal buio. Mi piace girarmi e vederti là, immobile mentre osservi la sera estiva e respiri l'aria viola.
Il cielo non è ancora blu notte, ma azzurro scuro, come se il sole si fosse giusto nascosto dietro la grande tenda vellutata della volta celeste e dovesse sbucare a tratti, come un attore teatrale che ringrazia il pubblico alla fine degli applausi.
Cerco le stelle ma è troppo presto, non sono neanche le nove.
Ma tu, tu, come fai a vivere? Cioè, come senti il tempo e le stagioni? Mi guardi con gli occhi grandi e luminosi, da sotto le ciglia lunghe e non rispondi. Ti alzi, fai qualche passo sporgendoti dalla ringhiera del giardino e torni a sederti accanto a me.
Diavolo, perchè non rispondi? Ah, vuoi forse suggerirmi che non conta farsi domande, che la vita non è un quiz a puntate, perchè ogni spina buttata là da QUALCUNO per cercare di affossare la mia autostima è come uno di quei cosetti pungenti che ti si impigliano nei vestiti quando ti siedi in un prato.
Sì, ma che palle.
Sospiri piano e alzi la testa in cerca di ciò che forse mi sfugge. So che vuoi insegnarmi qualcosa che però non riesco ad apprendere. Quando fai quella faccia seria, significa che è roba complessa, sicuro.
Quando un cane, un mezzo labrador, appare come un fantasma al di là del muretto. Si materializza dal nulla ed in un attimo irrompi verso la ringhiera come un toro, abbaiando al mondo il tuo disappunto per l'intruso e per tutti i cani-fantasma che disturbano i tuoi momenti di meditazione.
Il cane respinto, si allontana zompettando e per tutta risposta si gira e piscia su un esiguo arbusto del praticello esterno.
Vabbè va...al cesso tutto il nostro eroismo e l'epica iniziale, peraltro accompagnata da Yet another movie.
Ma stasera tutta la filosofia si riduce ad una pisciata.  
Che comunque fa riflettere, anche se è come passare da Baudelaire a Bukowski.