sabato 29 settembre 2012

Vento del deserto (radiazioni pericolose)














Vento del deserto
che soffi fino a qua
nelle strade e sulle macchine
negli angoli dei lampioni
sui mattoni rossi delle case
sulle giornate perse e gli amici andati.
Vento caldo della sabbia
che soffi fino a qua
soffia su questi ricordi
spargili come granelli
che si posano sui mantelli dei Tuareg
sui loro turbanti blu
nel fuoco del deserto.
Vento rosso e arido
ma che cresci fino a qua
soffia via quel tempo
in cui siamo esistiti
in cui abbiamo fatto rumore
soffia via il suono di quell'amore,
i pensieri scombinati,
le campanelle di scuola,
la musica come una casa,
i passi veloci e i cuori in gola.
Vento arso dal sole
soffia ora su di me
soffia sulla notte
e spazza via le stelle
che suonano con le luci della sera
compagne di chiarore, 
bagliore e splendore
voci fulgide nei cerchi 
di risate e di cazzate 
chiuse nei "Ti ricordi?" 
gelose di ogni memoria
strette in radiazioni di amicizia
radiazioni pericolose.


Compagno di scuola
Compagno di... niente.

domenica 23 settembre 2012

Buonanotte autunnale

Buonanotte autunnale
con le stelle come foglie
dorate e rosse tra i rami scuri del cielo.
E noi sulla luna di sabbia
come gatti sul tetto del mondo
a guardare la terra che dorme
a guardare la città che si spegne
nelle ombre profonde delle case.
Buonanotte autunnale
dentro i covi e le tane
nei silenzi, gli sguardi, gli umori,
i tepori che diventano ali
che avvolgono i sogni notturni
che baciano gli occhi e le mani.
E noi sulla luna di sabbia
a guardare la piccola alba
a guardare l'aurora dorata
che scioglie con miele viola
il blu fitto della notte
che sbiadisce e scolora
e prepara il nido al sole.

giovedì 20 settembre 2012

Io, robot

A sette anni mia nonna mi chiese: "Sei contenta che mamma e papà ti hanno comprato una sorellina?"
Peccato che io sapevo già che i bambini non venivano comprati nè si trovavano sotto ai cavoli... certo ero all'oscuro dei dettagli, ma la storiella del "semino del papà" che incontra "quello della mamma" (qualcosa di simile all'ape e il fiore), l'avevo già imparata.
Insomma, da che mondo è mondo, i bambini non si comprano ma si fanno.
Invece no, per tremila euro e qualcosa in più, attraverso il Social Freezing ecco che hai comprato il tuo bebè.
In pratica tu donna in carriera, o donna single, o donna senza un euro per mantenere un'eventuale prole ma con una gran voglia di una maternità futura, puoi scegliere di congelare il tuo ovocita prima dei trentacinque anni per poi poterlo usare più in là, quando sarai pronta per un figlio, anche a quaranta o cinquant'anni...tranquilla, non c'è fretta, quando troverai l'amore, o il lavoro, o la casa e i soldi e ti avranno promossa a dirigente di azienda! Ah, e sappi che se lo fai a vent'anni, le possibilità di rimanere poi incinta quando ne avrai quaranta aumenteranno del 50%! Dai su, scuole medie, liceo e zàcchete, dopo il diploma subito subito ti congeli 'sto bell'ovocita che non si sa mai...metti che poi tra trent'anni ti viene voglia di fare un figlio come si fa? E mica puoi restare senza figli così...poi sei una donna a metà, l'essere madre ti completa, è una cosa naturale, tutto si riproduce...se anche il tuo compagno poi li vorrà pensa che frustrazione, sarai come una terra sterile mioddio!

Ma dico, stiamo scherzando?
A parte il fatto che c'è un concetto base che viene sempre tralasciato: la donna PUO' essere madre, ma NON DEVE esserlo per forza. Almeno, non tanto da ridursi a una macchina-sforna-ovociti che verranno pagati più di tremila euro per essere congelati ed usati al momento opportuno.
La vita è una partita, si sceglie in un preciso momento di giocare una carta invece che un'altra, non si possono forzare le regole biologiche per tornare indietro nel tempo ed usare una carta che, scelte, decisioni, casualità o destino, hanno messo volontariamente o involontariamente da parte.
E il discorso vale pure per la donna nel precariato che rimanda magari una gravidanza perchè "coi tempi che corrono oggi"...ma cosa? ma quali tempi? Ma porca miseria, i nostri bisnonni hanno fatto l'amore beatamente e fatto figli in condizioni economiche da schifo, con sì e no un pezzo di terra da zappare o immigrati in terra straniera con un posto da operaio. E le donne che hanno partorito sotto le bombe, allora? Chi s'è amato durante le guerre ha forse congelato gli ovociti?
Ah no, che dico...quelle donne che hanno dato alla luce figli in periodi storicamente bui, poi hanno dovuti crescerli col sacrificio. E oggi questo non è più contemplato. E' out.
Rimando a domani quello che biologicamente è giusto che faccia adesso. Così magari posso comprare a mio figlio la Playstation 3 e lo segno alla scuola privata. Poi chi se ne frega se sembrerò sua nonna...due ritocchi col botulino (tanto avrò i soldi pure per quello) et voilà...meglio di Madonna.

Non è che sia contraria a pratiche come fecondazione assistita, provette, uteri in affitto o roba del genere...è giusto che la sterilità vada curata, è giusto che una donna/uomo possa tentare il tutto per tutto per sopperire a questa mancanza: è una cosa che fai sul momento sull'onda del desiderio della maternità. Ma pensare deliberatamente di programmare il proprio corpo come un PC, questo no, questo è assurdo, è come resuscitare i morti, è contro natura. Un conto è la conservazione delle staminali a scopo curativo, ma il congelamento degli ovociti per scopi lucrativi ed egoistici è disumano.
Appello: donne in età fertile, se col vostro compagno (unico requisito: un rapporto stabile, è peggio far crescere un figlio nel precariato affettivo che in quello economico) volete/potete fare un bambino, fate sesso e FATELO! Non c'è un momento che sia più giusto di questo: la giovinezza, la pienezza della vita, l'apice della maturità sessuale e un amore reale, sincero e consapevole su cui basare l'arrivo di un neonato.
Al bando carriera, lavoro, soldi e tutta la merda di cui ci abbevera la società.
Non è vero che esiste una "terza giovinezza" che legittima azioni insulse di cinquantenni che palesano la perdita delle proprie inibizioni attraverso l'uso grottesco del sesso e della maternità. A venti anni sei giovane, sei un ragazzo, a trenta sei ormai adulto, hai la responsabilità di un uomo, a quaranta sei maturo e a cinquanta cominci ad invecchiare.
La natura ci impone ancora i ritmi delle stagioni, che lo vogliate o no. 
La maternità/paternità sono solo cambiamenti di stato in ogni individuo: ad ognuno la responsabilità per la cura della prole, e soprattutto, la capacità e la maturità (che non sono un fatto di età, ma nascono con la consapevolezza del nuovo ruolo genitoriale) di saperne tirare fuori il lato migliore, plasmando ogni situazione in funzione del nucleo familiare. L'umanità ci è riuscita da sempre, con la peste, le carestie, le guerre e le bombe, si è piegata al proprio bioritmo. Se ogni essere umano avesse questa cognizione, capirebbe che il Social Freezing è robotica. Robotica umana.

              Science has failed our world
              Science has failed our Mother Earth.
              Spirit-moves-through-all-things
              Spirit-moves-through-all-things


P.S.  Non sono medico, scienziato nè ricercatore. Chiedo scusa per i miei limiti, ma ancora devo capire perchè abbiamo permesso a donne di sessant'anni di avere figli e perchè invece lasciamo che diciottenni e ventenni muoiano ancora di cancro. Comincio a pensare male.

sabato 15 settembre 2012

Rame e cioccolato


E poi, come sempre, ritrovo il mio giaciglio tra il rame e il cioccolato.
In piccole ore scandite da lunghi respiri.
Bicchieri di vino rosso e luci soffuse.
Parole impegnate, parole diverse, parole nuove, mai le stesse.
Sorrisi svelati e mai trattenuti.
E fuori che c'è?
La pioggia, il sole o la nebbia non entrano mai dalla finestra.
Ci guardano da fuori senza disturbare,
ai margini di foglie ramate e marroni e bacche dorate.
Due per gli occhi il resto nei capelli.
Di rame e cioccolato.

giovedì 13 settembre 2012

CRACK


Quando una cosa simpatica è lo spunto per qualcosa di triste, è molto frustrante.
Mi è capitato sotto mano un librone alto e sottile, una sorta di diario che la Chicco produceva negli anni ottanta, dove le neomamme scrivevano un mucchio di dolcinerie sul loro pargolo appena venuto al mondo.
Ovviamente, mia madre all'epoca lo aveva comprato ed ovviamente, vi aveva riversato laghi di inchiostro annotando ogni mia mossa (del tipo: il primo bagnetto, la prima pappa, le prime parole) manco fossi stata una delle dieci baby-latitanti più pericolose d'Italia.
Insomma, fino a qui tutto molto carino, finchè non ho trovato una nota scritta da mia madre con un leggero inchiostro blu:
" 2 novembre 1988. Involontariamente il babbo, nel farmi giocare con Giuseppe, mi fa sbattere la testa contro quella del cuginetto. "
 
Inutile dire che ho sentito un crack sordo nel petto e il cuore sbriciolarsi ancora.
E ancora
ancora
ancora
ancora.

martedì 11 settembre 2012

Undici_Nove_Duemiladieci PART II - Manfredi di Sicilia

Seconda parte. Soffro un po' di sindrome bipolare quindi...mi viene da scrivere una seconda parte.
Anzi, mi viene da vomitare dell'altro però...boh. E' un malessere che non riesce a prendere corpo. Un mal di stomaco indefinito che si blocca in gola, vorrebbe uscire ma resta là accartocciato in un nodo di ferro.

BIONDO ERA E BELLO E DI GENTILE ASPETTO.
Lo diceva Dante, su Manfredi di Sicilia, morto giovane in battaglia...mi va di ricordare solo questo, adesso.
MORTO
GIOVANE
IN
BATTAGLIA.
Chi aveva lasciato? Una moglie, dei figli? Sì. Cinque figli venuti al mondo come conigli (no, non è Generale di De Gregori anche se lo sembra...del resto la guerra è sempre uguale in ogni epoca) e una moglie che poi morì in carcere in seguito alla sconfitta del marito.
Certo che è sempre strano trovare al sud persone dagli occhi chiari e capelli biondi, è bello vedere come siano il frutto di complessi miscugli generazionali che portano al Medioevo...agli Svevi, ai Normanni.
Un giorno però, quasi 750 anni dopo, Manfredi si ammalò di un male incurabile.
La storia si ripete, è così. Oggi sento questo strano misticismo fitto di numerologia e storia gravare in modo prepotente. C'è qualcosa che vibra nell'aria che non riesco a recepire.
Forse sono solo stanca.
Stanca della Regina Ingiustizia che ha rapito Manfredi di Campania due anni fa.

Undici_Nove_Duemiladieci

" E' andata così, è andata. Non fa niente, non ti preoccupare. E' andata così ".

Questo numero doppio a due linee verticali torna sempre a settembre. Due trattini paralleli come una porta chiusa, dei binari di una stazione senza fermate, un'urna per le ossa.
No, torna anche a ottobre, novembre, dicembre, ogni mese dell'anno lo porta con sè. Solo che a settembre fa più male.
Una piccola data che prima mi ricordava le Torri Gemelle, adesso cose ben più grandi, tragedie private che non si possono neanche immaginare.
Undici e undici, ventidue. La numerologia non sbaglia.
Ventidue. Io, ventiquattro e mezzo. Sono già più grande di te, cazzo. 
Undici anche come due bacchette allineate: suona pure. Ma il ritmo non va più con quello del cuore, perchè non batte più.

La macchina è spenta, un infermiere con gli occhiali ha detto che era meglio così.
Senza un cuore che batte come si può continuare a suonare?