martedì 22 ottobre 2013

Compensazioni

Madre Natura cammina con passi di foglia, Padre Tempo le accarezza i capelli d'acqua e bacia i suoi occhi di stelle. Prendono i loro figli di tanto in tanto, li addormentano in sonni eterni e li abbandonano ai flutti di mari desolati. Ma c'è una logica, c'è sempre una logica: è la legge della compensazione, è un cerchio perfetto che dà e toglie nello stesso istante, è un'aurora rosata che immerge il mondo nella luce dell'alba e lo riconsegna al blu della notte subito dopo.
Sono passati anni e non sei arrivato. E adesso che quel piccolo, perfetto, regolare cerchio stava per chiudersi, hai immediatamente preso ed occupato quel posto vuoto.
La vita si annida là dove c'è la morte. Sempre e comunque.
Un'ombra, un'assenza, un dolore, uno strazio, un mare di agonia e lacrime. E adesso, l'aria di novità, la speranza, l'attesa.
E se... fossi tu? E se fossi davvero tu, che torni alle coste di roccia come Ulisse dopo i lunghi viaggi immortali? 
Se nei tuoi piccoli occhi, scorgerò gli stessi laghi azzurri, forse sarai davvero tu.
O un po' tu, dello stesso sangue, con la stessa carne, ora fatta di polvere bianca e falene d'ossa, gli stessi capelli d'oro, ora sparsi nello scrigno di qualche dio geloso, la stessa fronte rosa ed il viso ovale, il sorriso gioioso, tra perle di dee e le mani grandi che tenevano il pallone, accordi di chitarra o bacchette di legno chiaro, a reggere pianeti o galassie, indicare le vie delle stelle... o neri coni d'ombra, vuote coppe di marmo, lenta costanza del tempo, nuda tristezza dell'inattuabile essenza di quel profumo d'immortalità... che non ci appartiene.

martedì 15 ottobre 2013

In down

Detesto la tua voce di plastica che finge di preoccuparsi per me, ora che non ce n'è più bisogno. Detesto frasi come "queito vivere", che mi succhia i tendini e corrode il cervello.
Pulizie, apparecchiare la tavola, fare la spesa, il Tg, "Perchè non vai a studiare?", le zanzariere, le cazzo di inferriate che sono croci alle finestre.
Rifletto sul termine "abbrutimento", le cripte infestate da bianchi cadaveri delle mie ombre, corpi putrefatti in sudari trasparenti gonfi di vermi, piccole vite che in morte risorgono, quel Qualcosa che mi scuote puntualmente di tremori la notte, che mi dilania i nervi, che sta vincendo.
Rifletto sul concetto di self-made man, è una bella immagine, peccato che non riesco ad applicarla, è dorata ed indorata, estranea, lontana, americana, non è per me.


lunedì 14 ottobre 2013

Come quando

Come quando nei film d'azione, c'è bisogno di estrarre una freccia o una pallottola conficcata a fondo nella carne del personaggio di turno.
Tieni, mastica questo.
Che?
Metti in bocca questa cinghia di pelle e stringila fra i denti.
Ma io volevo roba come del brandy o del cognac. Mi è sempre piaciuta la scena dello stordimento da acquavite. Sì, mi voglio stordire.

Questa cava di casa immerge punte di lancia a non finire. L'aria è solida come un feltro, l'aria è bianca come una camicia di forza, l'Eden è un rogo rosso di fiamme e anche Dio perde le speranze.
Ma tu sei il tuo Dio. Continua a creare mondi distesi sotto deserti e ghiacciai perenni, la preistoria delle intenzioni, l'antichità delle illusioni, i primi imperi dei desideri, il medioevo dell'età adulta, il rinascimento di... di che?
Sono un cronista della mia epoca. Spingetemi avanti con visione lineare, docile contatto tra realtà e memoria. Qui non c'è più posto. 

sabato 12 ottobre 2013

Sub - Stantia



Liquidità opache, filamenti di alghe e densità da capire.
Densa sostanza, sub-stantia, sta sotto, ma che c'è sotto?
Immobilità cerebrali come un letto di sabbia, come la melma di un fiume.
Sopra, passano piano le barche, nuotano pesci che si ritrovano alla foce col profumo salato.
Sotto, c'è la sostanza che non so cosa conserva, ma se ci metto il piede non mi muovo più.
L'acqua modella, si gira in anelli si spuma,
spirali trasparenti e percepibili
la sostanza sta sotto, nascosta
avvinghia in stagioni e sonni perpetui
non mi sveglio più
non mi sveglio più.