martedì 28 gennaio 2014

Ginocchia sbucciate

Quando chi ti ha messo al mondo ti spia in silenzio, aspettando la tua rovina e il tuo disastro per poi sbatterti in faccia quel "Te l'avevo detto", la vita non è il massimo.
Resisto e digrigno i denti come un cane, carponi come un lottatore di wrestler sull'orlo del fallimento.
Come al liceo, quando le ore di educazione fisica ci svuotavano e stremavano, costringendoci a nasconderci dietro ai cespugli tra un giro di campo e l'altro.
Come quando da piccola, consapevole del pericolo di frenare sul brecciolino in piena discesa, premevo con forza le dita sui freni ed ogni volta finivo brutalmente per terra, tra la polvere marrone... mi sentivo stupida, sciocca ed in testa riuscivo ad udire la vocina di mia madre che mi diceva: " Ma quanto sei cretina!", ma anche coraggiosa e un po' ribelle mentre guardavo ammirata quelle ginocchia sbucciate, sanguinanti e dolenti.
Come quando a dieci anni, ho sfidato le altezze e le vertigini ed in risposta a mia madre che mi aveva dato della "paurosa" perchè mi ero rifiutata di andare con una mia compagna nella casa stregata di un Luna Park, ero salita impavida su una bicicletta sospesa su una fune: guardavo atterita in basso, oltre la rete di protezione e vedevo una moltitudine di volti impazienti... impazienti di assistere ad una mia rovinosa caduta (per quanto la rete mi avesse protetto, il mio orgoglio ne sarebbe uscito a pezzi) o ad un mio traguardo, situato dalla parte opposta del filo? Non lo saprò mai e, in fin dei conti, poco importa.
Ecco, da questi episodi sembrerei una persona decisamente coi controcoglioni, in realtà non lo so neanch'io come sono, forse so solo come -non- sono e non ne uscirebbe comunque un bel ritratto.
Forse in tutti questi anni, una sola cosa ho imparato a fare: resistere.
Resistere, a dispetto di tutti e tutto, con l'animo fiaccato e la schiena ricurva, contro il dolore che pur lascio scorrere nelle mie vene e che si lega in un abbraccio eterno ai globuli del mio sangue. Contro il perenne senso di soccombere, presto o tardi, di lasciare che questi selvaggi bracconieri mi cavino gli occhi e mi strappino la pelliccia e il cuore, una volta per tutte.
E' un post diretto ed esplicito questo... forse il primo che scrivo in questo modo. Ma l'ho fatto solo perchè ho la certezza che c'è scarsissima probabilità che qualcuno lo legga e la cosa mi disinibisce. A che servono poesie e prose criptiche quando l'agonia necessita di crudezza?
Ho sentito dire, ma non vorrei sbagliarmi, che gli spermatozoi recanti il cromosoma X sono i più resistenti anche se più lenti: mi allevia cercare cause genetiche al mio strano regime, la base scientifica mi permette, in minima parte, di provare a leggere il futuro.
Forse arriverà il momento in cui cesserò di dibattermi come un pesce appena pescato.