martedì 27 gennaio 2015

Mercy



Annuso piste.
Annuso l'erba addormentata sotto il gelo, la foschia, le creature inermi della notte.
Traduco l'acqua che vibra nelle pozze come densa di terrore inespresso, covo di larve e zanzare addormentate.
Non sono libero, non sono saggio, sono solo un animale ebbro di schiettezza ed emotività disarmante.
Pago coi pensieri.
Pago con la solida, scontrosa durezza di una realtà inconcludente, piramide battuta da venti e pianeti, inno sacro alle divinità d'acciaio e catrame che non riesco a venerare.

mercoledì 21 gennaio 2015

Winter's tale

Mi basterebbe un piccolo affluente.
Anche poca acqua, a diluire la mia di fiume malandato.

Tempeste lineari di nuvole ascensionali
turbini gialli di elettricità 
sbattono su increspature azzurre
correnti marine che anelano 
a tessere capelli di ninfe e imenei divini.
C'è un faro che crolla, una barca senza remi
un gabbiano senza ali, cadavere ingiallito dalla spiaggia.

Dove sei, tu?

Ho imparato a fingere davanti alla logica.
Ho imparato a considerare le frasi come verbi e avverbi.
Sequenzialità grammaticali prive di senso e basta.
La freddezza distorta della loro bidimensionalità è un arrendevole fossa cimiteriale.


giovedì 15 gennaio 2015

Insetti

Distorsioni.
Ti assassino ogni notte, il tuo sangue mi nutre, 
il tuo sangue mente e sente la mia lingua schioccare.
Cucio nuove maschere e parlo con chi non vive senza
sul fondo, una vile demenza anticipata.

Amnesie forzate murano il suolo del mio respiro
salvifico vuoto, grembo immemore, non-azione
e sogno novità potenziali per te, luminosi templi d'amore
che credi di costruire, e per i quali bramo meschini crolli rovinosi.

Io, tuo insetto operaio privo di uova,
proseguo la lenta fila degli operai privi di uova
un giorno, a nascondermi dagli spilloni e dal vetro,
un altro, dai merli rapaci che vittoriosi sfidano l'inverno.

E se pungo, io morirò.
Tre volte dieci, io morirò.





Posso fare fuori parti di voi con facilità 
la mostruosità di ciò ravviva la parte cattiva 
che non ho avuto mai 

Nasconderò con miele colante il vuoto che avanza 
io, ora, nasconderò 
dove vivevi tu. 
Dove vivevi solo tu.
(Marlene Kuntz)



domenica 4 gennaio 2015

Cristalli

Mani calde cantano la loro serenata alla piccola stufetta tonda da scrivania.
I pensieri, come ghiacciai, resistono impavidi e si fortificano grazie alle perenni nevi cerebrali.
La luna è l'illusione più dolce che il cielo abbia mai creato, e la mia contemplazione da essere errante la rende unica regina nel mazzo di tarocchi delle nuvole.

Solitudine.
Nota prolungata attraverso il buio.
Ululato del lupo.
Quattro impronte sulla neve, in un coagulo di freddo e fatica.
Il cammino lento e impercettibile delle stagioni fiacca lo spirito.
A muoversi, è solo il vapore del mio respiro, fantasma di aria nel gelo dell'inverno.