lunedì 28 novembre 2011

Itaca

Questo post non pretende di assurgere ad una qualche sacra verità oracolare, nè puro tentativo pseudo-precettistico, anche perchè intorno a tale tematica gireranno sempre come satelliti in perenne attrazione gravitazionale, milioni di tesi, ipotesi, congetture più o meno dottrinali, assilli, crucci ed ispirazioni che contraddistinguono dalla notte dei tempi l'essere umano.
Etimologicamente la parola senso appartiene ad una sfera di significato che coinvolge ciò che si percepisce consapevolmente col proprio corpo, che sia concreto o irrazionale, il senso è il sale quotidiano attraverso cui orientiamo ed indirizziamo scelte, percorsi, decisioni più o meno importanti.
Ed il senso della vita, allora?
Un anno fa, Mario Monicelli si lanciava dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni, ormai malato di cancro in fase terminale, scegliendo così di porre fine alla sua vita a 95 anni d'età.
Il suo corpo, ha sentito consapevolmente di essere da tempo approdato alle rocciose coste della sua Itaca personale ed ha scelto quasi un dolce e goethiano ripiegamento su se stesso e sul significato di una personale ed ultima riflessione sul senso della vita:

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

(Itaca, K. Kavafis)


Ed è nell'attesa di diventar savi tutti, che dobbiamo disporre del prezioso sale che c'inebri di venti o tempeste, mattini o tramonti, il viaggio verso quella meta silenziosa, che forse nient'altro è che un vissuto a nostra immagine e somiglianza, come un riflesso sfocato ma appagato in un qualsiasi specchio d'acqua. Ultimamente m'incrocio con casi di vite altrui che si àncorano tra gli scogli di acque poco profonde, come deboli navi arenatesi troppo presto a causa di rotte sbagliate o marinai inesperti. Di loro a volte, resta un biglietto o una foto d'infanzia, che cerca di sovrapporsi al fisiologico ed incolmabile vuoto, lo stesso che forse stasera mi spinge a cercare ancora una volta un'appropriata definizione a questo senso che aggioga come buoi ad un aratro, noi esseri umani.


A te, come sempre va il mio pensiero.
Mi manchi tanto.

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