lunedì 2 luglio 2012

Echoes

Notte di luglio.
Luna luminosa e gravida nel cielo scuro, perla immobile, lucente e preziosa guardiana di leggeri pipistrelli e piccole falene. Tuttavia bassa, madonna bianca al centro dei pini alti e scuri. 
Voci e chiacchiericci in lontananza, cene sui balconi, passeggiate col cane: è l'estate che fa gli uomini leggeri e silenziosi, creature da bivacco o da mistiche riflessioni solitarie sui cieli stellati.
Io sto ascoltando i Pink Floyd da un'ora, a tutto volume con la finestra aperta.
Ora vago per pianeti isolati, ora nuoto in cieli rotanti, ora m'infilo in crepe dei muri e sparisco tra la calce, riemergo e mi trovo al centro di un qualcosa di indefinito ma totalmente ipnotico, ripetitivo, martellante, che raggiunge l'apice e plana in radure di sabbia dorata, al centro del cuore rosso del sole, in piena solitudine di fuoco, come una voce che si scioglie nel nero della notte, di fronte al Grande Carro di puntini lontanissimi, di quelli che socchiudi gli occhi per vederli emergere dal mare nero della notte.
Ma ci sono, comunque ci sono, stelle da millenni disposte in quel modo per cullare le nostre sere di luglio, troppo accaldate per morire tra le lenzuola di un letto.
E non ho paura. Sono invincibile.
Ora, io sono eterna.


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