lunedì 17 ottobre 2011

I capponi di Renzo

Apro una parentesi abbastanza frettolosa, dopo un'illuminante lezione all'università e sulla scia dei fatti di sabato pomeriggio a Roma, di cui mi sono ampiamente sfogata nel post precedente.
Leggendo il III capitolo de I Promessi Sposi, il senso pratico del personaggio di Agnese è racchiuso in due o tre affermazioni proverbiali, contestate stamattina dal professore durante la lezione. Ad un certo punto, si legge:

Sentite, figliuoli; date retta a me, (...)

io son venuta al mondo prima di voi;

e il mondo lo conosco un poco.

A. Manzoni, I Promessi Sposi, Cap III, Vv. 68-70.


Il mio professore leva gli occhi, ci guarda un momento e poi, come fa sempre quando non si capisce se sembra che pensi o parli, a voce bassa e guardando un punto imprecisato in lontananza, dice piano: " Questa cosa che i vecchi sanno tutto poi...non è vera. E' come se io, a 66 anni, vi dicessi di darmi sempre retta solo perchè sono più vecchio di voi, quando non so nulla in realtà. Voi sapete cose che io non so. I giovani sanno cose che i vecchi non sanno. Ma già...che parlo a fare, quando qui si arriva ad avere il potere solo perchè hai 80 anni ".


Punto. Grande lezione d'umiltà e di saggezza.


Seconda parte.


Arrivati al punto dei poveri capponi legati insieme a testa in giù, che Renzo porta con sè per offrirli ad Azzeccagarbugli, si legge:



E faceva balzare quelle quattro teste spenzolate,

le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra,

come accade troppo sovente tra compagni di sventura.



E cosa mai è accaduto sabato, se non una guerriglia stupida tra animali da macello, che invece d'esser compagni hanno pensato bene di beccarsi tra loro?


Letteratura viva, psicologia, storia dell'umanità.
Italiani come i capponi di Renzo.
Grazie di cuore al prof. Longo per questi spunti illuminanti.









Nessun commento:

Posta un commento