Leggendo il III capitolo de I Promessi Sposi, il senso pratico del personaggio di Agnese è racchiuso in due o tre affermazioni proverbiali, contestate stamattina dal professore durante la lezione. Ad un certo punto, si legge:
Sentite, figliuoli; date retta a me, (...)
io son venuta al mondo prima di voi;
e il mondo lo conosco un poco.
A. Manzoni, I Promessi Sposi, Cap III, Vv. 68-70.
Il mio professore leva gli occhi, ci guarda un momento e poi, come fa sempre quando non si capisce se sembra che pensi o parli, a voce bassa e guardando un punto imprecisato in lontananza, dice piano: " Questa cosa che i vecchi sanno tutto poi...non è vera. E' come se io, a 66 anni, vi dicessi di darmi sempre retta solo perchè sono più vecchio di voi, quando non so nulla in realtà. Voi sapete cose che io non so. I giovani sanno cose che i vecchi non sanno. Ma già...che parlo a fare, quando qui si arriva ad avere il potere solo perchè hai 80 anni ".
Punto. Grande lezione d'umiltà e di saggezza.
Seconda parte.
Arrivati al punto dei poveri capponi legati insieme a testa in giù, che Renzo porta con sè per offrirli ad Azzeccagarbugli, si legge:
E faceva balzare quelle quattro teste spenzolate,
le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra,
come accade troppo sovente tra compagni di sventura.
E cosa mai è accaduto sabato, se non una guerriglia stupida tra animali da macello, che invece d'esser compagni hanno pensato bene di beccarsi tra loro?
Letteratura viva, psicologia, storia dell'umanità.
Italiani come i capponi di Renzo.Grazie di cuore al prof. Longo per questi spunti illuminanti.
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