domenica 25 agosto 2013

Hard sun




Voci assordanti dalla strada.
Bambini in bicicletta, sciame colorato di festività chiassosa ed ingenua.
Mamme roboanti, grasse e vocianti, in ciabatte e braccia molli di carne bruna.
E' quel palazzone decadente, scrostato, 
scheletro che ricovera famiglie disagiate di peruviani ed italiani 
di un Sud Italia che li ha rigettati 
come loro rigettano i propri figli sulla strada, 
che fa da alveare ad una qualche molle indolenza 
a me sconosciuta.

Volano parolacce, grida, risate, richiami.
Odio tutto questo.
Involucro segreto di carne, grasso, 
umori viscerali, voci umane simili a latrati, 
passaggio maledetto di esseri grondanti sudore, 
pulsioni, battiti, grettezze e bassezze, convinzioni ataviche.
Odio tutto questo. 
E' ciò che mi fa capire quanto loro siano partecipi della vita, 
come animali, come formiche 
che provvedono ai loro bisogni primari, 
come le vacche e le giumente,
dal grosso ventre rosa riposano all'ombra.
Voglio la polvere, che sia sabbia, che sia rossa, che sia sale:
 i fuochi di notte, il "qui" e l' "adesso".
E invece m'inclino, desisto, rimando
in vapori e sbuffi di inconsistenti considerazioni:
sono un puledro legato al palo della necessità,
imbrigliato dal tempo ad una casa-caserma,
ferrato a doveri e maledizioni, verticali discese
di false cause accidentali, mai naturali.

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