domenica 18 agosto 2013

In the blue august moon

Agosto ride rumoroso, fugace, saccente, sberleffo vincitore che brucia l'estate con fiammiferi umani. Le teste pendono e prendono fuoco con scintille verticali di paure orizzontali. Pensieri orizzontali di non ritorni reali e pericolosi. Il balcone davanti casa mia, illumina la notte di falsa speranza: un bimbo vi dorme ammalato. 
Quello che è già stato, ritorna imperioso, cane arrabbiato più feroce di prima: non lascia risposta, non aspetta reazione, ti morde e ti secca col sole d'agosto che arde e non riscalda.
E fumo. Fumo nero che odora di sambuca versata sui giorni passati, buttati, andati, su quelli che dovevano essere distrutti e fagocitati... e che invece tornano, ti trovano e ti tradiscono.

Agosto m'è sempre stato sul cazzo.

Mese dell'addio e di infanzia che si prepara a crescere, sradicata come una margherita bianca, mese di aspettative, mese dove il sole è cattivo e affamato. Forse agosto sente le speranze dell'inverno, dei pensieri gelati nella notte di S. Lorenzo, dei pastori col naso all'insù... da che mondo è mondo, delle vite che all'aria aperta si flettono alla luna e ne anelano i battiti. Agosto è il mese delle false promesse, di illusioni raccontate come fiabe attorno al fuoco. E' il mese che prepara lo spirito all'autunno e al rigore dell'inverno, ti tende la mano con quel "forse" sospeso a mezz'aria. Mentre la luna è fresca e scintillante come non mai, irriverente e distante dal fallimentare finale umano.

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