Ti assassino ogni notte, il tuo sangue mi nutre,
il tuo sangue mente e sente la mia lingua schioccare.
Cucio nuove maschere e parlo con chi non vive senza
sul fondo, una vile demenza anticipata.
Amnesie forzate murano il suolo del mio respiro
salvifico vuoto, grembo immemore, non-azione
e sogno novità potenziali per te, luminosi templi d'amore
che credi di costruire, e per i quali bramo meschini crolli rovinosi.
Io, tuo insetto operaio privo di uova,
proseguo la lenta fila degli operai privi di uova
un giorno, a nascondermi dagli spilloni e dal vetro,
un altro, dai merli rapaci che vittoriosi sfidano l'inverno.
E se pungo, io morirò.
Tre volte dieci, io morirò.
Posso fare fuori parti di voi con facilità
la mostruosità di ciò ravviva la parte cattiva
che non ho avuto mai
Nasconderò con miele colante il vuoto che avanza
io, ora, nasconderò
dove vivevi tu.
Dove vivevi solo tu.
la mostruosità di ciò ravviva la parte cattiva
che non ho avuto mai
Nasconderò con miele colante il vuoto che avanza
io, ora, nasconderò
dove vivevi tu.
Dove vivevi solo tu.
(Marlene Kuntz)
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