martedì 25 novembre 2014

Ananke


Cloto, Lachesi e Atropo.
Un destino ineluttabile, già filato, già teso, già segnato, in un punto preciso, dalla lama della forbice.
Gli eventi si inchinano alle mie previsioni, come se fossi una quarta Moira.
Spezzo il collo ai miei demoni in un bagno d'odio e di sangue, ma essi, come idra potenti si rigenerano: le teste da serpente, le fauci grondanti densi umori nerastri.
Questo è il mio Universo, qui non entra nessuno.
Finalmente, capisco.
Finalmente la vividezza dei sogni notturni illumina la verità.
La annuso, ne sento l'odore acre, so che è vicina anche se non riesco a vederla.
ANANKE.
Anche gli dei s'inchinano ad essa.
La madre delle Moire.
L'inalterabilità del fato, la forza, la necessità delle leggi della natura.
Il ferrettiano "Ciò che deve accadere, accade" mi si para davanti con tutta la sua orrorifica possente presenza.
Respiro il tremore che emana Ananke, chino la testa e obbedisco, assecondando un disperato magnetismo che, finalmente, mi rende padrona di me stessa.

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